Pronto soccorso psicologico

PRONTO SOCCORSO PSICOLOGICO

L’amore non era riuscito a spegnere l’odio, è riuscito solo a respingerlo nell’inconscio, dove esso, al riparo dell’azione demolitrice della coscienza, può vivere e perfino crescere” S.Freud

Accade assai spesso alla persona, alla coppia e alla famiglia di sperimentare un disagio percepito come totale e paralizzante. Il vissuto di dolore può in alcuni casi risultare impossibile da sopportare. Questo male psicologico sovrastante può essere scatenato da eventi associati che richiamano a crisi e disequilibri a volte inevitabilmente improvvisi, come lutti o disastri esistenziali.

Altre volte però sembra che le cause del dolore terribile non siano poi tanto evidenti alla persona stessa e agli altri prossimi, lasciando così nello sconcerto familiari ed amici che non sanno farsene una ragione di tanta disperazione espressa in comportamenti ritenuti irrazionali, disadattavi e incomprensibili.

Molti eventi, che possono costituire veri e propri traumi o essere considerati altamente stressanti, sono direttamente collegati alle fasi evolutive di transizione, come: adolescenza, uscita da casa, creazione di un nuovo nucleo familiare, seconda e terza età, ecc…Esistono infatti nel ciclo dell’esistenza periodi più sensibili in cui la persona, la coppia e la famiglia sono esposti a maggiore vulnerabilità biopsichica. Si pensi alla reazione emotiva di un adolescente, con forti bisogni affettivi pregressi frustrati, rispetto all’interruzione o al termine di una relazione intima o alle risposte irrazionali ed incontrollate che tristemente, assai spesso, degenerano all’interno della relazione di coppia o in famiglia.

Il dolore intollerabile a sua volta produce impulsi ostili e distruttivi rivolti al sé, all’altro o scaricati in specifici sistemi sociali.

Il dolore insostenibile comporta una sorta di regressione primitiva. Secondo Freud (Metapsicologia. Pulsioni e loro destini, 1915) il presentarsi di dispiacere e di conseguente ostilità esistono presumibilmente fin dall’inizio della vita, mentre quello di piacere sembra svilupparsi solo in un secondo tempo. Ne consegue che il principio del piacere s’instaura solo dopo che si è realizzato un certo grado di strutturazione psichica. Si deve prima manifestare una capacità di rielaborazione psichica, che si formerebbe attorno ai 2 mesi di vita, quando di norma compare la risposta del sorriso (Meynard, 2006).

In questo contesto teorico è facile comprendere come gran parte dei comportamenti distruttivi osservati appaino come agglomerati di un antecedente sentimento primitivo, mentre l’amore, con la tenerezza, delicatezza e comprensione che comporta, viene comunemente posto ad un livello evolutivo superiore (Nielsen, 2011). Green scrive che “Il fatto di rendersi conto che l’oggetto non è una parte dell’io e che, di conseguenza, non è neppure a disposizione  di esso, genera, in modo del tutto naturale, l’odio”. (Psicoanalisi degli stati limite, 1991).

In questa epoca di forte espansione e tensione comunicativa multimediale in cui solitudine e qualcosa come di sinistro si mescolano agli affetti e agli equivoci relazionali, si registra un sensibile aumento di sintomi forzati al limite. Sono cresciuti gli attacchi di panico, i dolori psicosomatici, episodi d’ansia o di depressione, lutti, incidenti, mobbing, bullismo, crisi relazionali, senso di vuoto, aggressioni ecc… La persona sente di non riuscire da sola a gestire la situazione e il rischio per la vita aumenta portando anche ad esiti nefasti.

In questo mese di Aprile 2019 ha estremamente colpito e amareggiato la notizia di un pensionato disabile  di 66 anni, di Manduria a Taranto, morto a seguito di torture perpetrate in anni da una gang composta per la maggior parte da minorenni. I giornali parlano di ragazzi normali, ma violenti per noia. Violenza anche commessa in strada davanti a testimoni e filmata per gli amatoriali del web, perché irridere è sempre più bello, se si è in tanti a farlo… rende complici nella “medesima fuga dalla noia”. Ora per questa gang si chiede una pena che sia esemplare. Pare che la teoria ecologica dei sistemi di Urie Brofenbrenner, tanto accreditata, alla resa dei conti “non se la sfanghi nessuno” e si passi direttamente alla “logica della ghigliottina”, anche se a Manduria tutti sapevano. Antonio Cosimo Stano si era arreso, ma prima di farlo, aveva gridato in strada la sua richiesta di aiuto.

https://www.youtube.com/watch?v=EhSW2snbmyY

La persona che soffre di un dolore totale sviluppa un’intolleranza verso la realtà circostante, la sua realtà quotidiana, con gli oggetti che vi appartengono. Dissimulare diventa impossibile e l’individuo può regredire in stati di odio diretti contro il Sé o gli oggetti odiati. La persona si sente minacciata dalla fantasia della propria distruzione. La mancanza di appagamento proveniente dall’esterno, a causa di oggetti traditori ed abusanti, porta al desiderio di distruzione dell’unica realtà a cui si delega la funzione riparatrice. Tutto questo accade non senza segnali strepitosi, ma anche silenti, di crollo emotivo. Sono segnali che richiedono attenzione, vere e proprie richieste d’aiuto.

Se si digita su internet Pronto Soccorso Psicologico si trovano sul web alcune recenti iniziative di supporto tramite sedute brevi anche online. Alcuni sono progetti finanziati dal ministero e si ripropongono di diffondere il servizio in ampia scala sul territorio italiano. Questi pionieri del supporto all’emergenza emotiva hanno senz’altro il merito di avere risposto per primi ad un’urgenza sociale che pare sempre più in aumento. Altro merito è quello di sensibilizzare tutti i professionisti della salute psicologica, me compresa, a fornire, nel limite delle possibilità di ognuno, anche un servizio di accoglienza delle richieste urgenti, dovute al dolore psicologico insostenibile.